Quadro normativo
Generale
Il lavoro agricolo, nella sua versione aggiornata al 2025, si fonda su una pluralità di fonti legislative e contrattuali. A livello primario, l'articolo 2135 del Codice Civile definisce l’attività agricola e delimita l’ambito di applicazione delle norme specifiche. Accanto a questo, troviamo leggi speciali in materia di lavoro, tra cui il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008), applicabile anche agli operai agricoli, con particolare attenzione alla tutela della salute e alla prevenzione degli infortuni.
Un ruolo determinante nel definire il quadro normativo del lavoro agricolo nel 2025 è svolto dal “Decreto Agricoltura” (Legge 101/2024), nato dalla conversione del D.L. 63/2024. Questo intervento, pensato per supportare imprese agricole, pesca e acquacoltura, prevede misure urgenti che, con ogni probabilità, diventeranno strutturali, influenzando anche gli accordi collettivi agricoli.
Una novità di rilievo è rappresentata dalla legge 203/2024, nota come “Collegato Lavoro”, che ha modificato la definizione di attività stagionale agricola, includendo anche quelle attività necessarie a fronteggiare aumenti temporanei della produzione o legate a cicli stagionali regolati dai contratti collettivi. La legge ha inoltre rivisto la durata del periodo di prova, adeguandolo alla durata effettiva del contratto, con implicazioni pratiche sui contratti agricoli a tempo determinato e indeterminato.
Normative specifiche
Il contratto agricolo stagionale presenta una regolamentazione autonoma, in virtù della sua natura temporanea e delle esigenze specifiche del settore. L’art. 29 del D.Lgs. 81/2015 esclude esplicitamente i contratti tra imprenditori agricoli e lavoratori a tempo determinato dalle regole generali sui contratti a termine, demandando la disciplina ai CCNL agricoli e agli accordi provinciali. Questa esclusione ribadisce la centralità dei contratti collettivi nella definizione delle condizioni di impiego, come il numero di ore settimanali, la paga base e i livelli retributivi.
Uno strumento cardine è il
Decreto Flussi, che nel 2025 regolerà l'ingresso di
lavoratori stranieri stagionali. Per quest’anno sono autorizzati fino a
110.000 ingressi nel settore agricolo con
contratto subordinato a tempo determinato. Le
richieste di nulla osta si articolano in due finestre temporali:
- 1–30 novembre 2024
- 1–31 luglio 2025
e due giornate di invio ufficiale (i cosiddetti
click days):
- 12 febbraio 2025
- 1° ottobre 2025
Per inviare la richiesta, i datori di lavoro devono disporre di PEC registrata, e possono richiedere fino a tre nulla osta, salvo eccezioni previste per organizzazioni datoriali e agenzie per il lavoro.
Il Decreto Flussi 2025, coerente con il D.L. 145/2024, ha aumentato le quote rispetto agli anni precedenti, confermando il crescente fabbisogno di manodopera stagionale in agricoltura. Prima di procedere, è obbligatoria la verifica presso i centri per l’impiego della disponibilità di lavoratori già presenti sul territorio nazionale, con un termine di risposta di otto giorni lavorativi.
Durante le fasi di invio delle istanze, l’
Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) effettua controlli sulla regolarità delle domande, in collaborazione con:
- Agenzia delle Entrate
- AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura)
Per favorire la continuità occupazionale, il decreto introduce una semplificazione per i lavoratori agricoli stagionali ricorrenti, permettendo il rilascio di permessi pluriennali fino a tre anni, condizionati al rispetto dei requisiti previsti.