Predisponendo le dichiarazioni dei redditi di imprenditori individuali e professionisti è possibile applicare la cosiddetta flat tax incrementale. Trattasi di un’agevolazione fiscale per i soggetti titolari di partita Iva che svolgono la propria attività in forma individuale (non in regime forfettario) che dichiarano per l’anno 2023 redditi di impresa e professionali superiori al maggior reddito dichiarato negli ultimi tre anni (maggiorato del 5%). Su tale incremento di reddito si applica l’aliquota fissa del 15%.
Conoscendo il panorama economico generale non si può affermare che questa misura sia applicabile nella totalità delle dichiarazioni, però se si ha la pazienza di individuare nel modello dove è ubicata la sezione da compilare (purtroppo il posizionamento nel quadro dei soggetti forfettari non è una allocazione particolarmente felice), in alcune situazioni potrebbero generarsi risultati positivi e soddisfacenti per i contribuenti.
Non si vuole qui analizzare tecnicamente l’applicazione dell’agevolazione, bensì il concetto seguente. Premiare applicando una tassazione agevolata coloro che hanno “performato” meglio rispetto al passato può innescare un processo virtuoso: utilizzare questa agevolazione, rendendo conveniente la crescita dei volumi delle attività, potrebbe portare in futuro i contribuenti a non “limitarsi”, atteggiamento che attualmente può essere presente, magari proprio al fine di non fuoriuscire dal regime forfettario.
Agevolare fiscalmente gli operatori di ridotte dimensioni è comprensibile, però incentivare senza limiti temporali l’eccessivo nanismo imprenditoriale non è una condizione particolarmente positiva in ottica di attuale e futura competizione globale.
Purtroppo, la flat tax incrementale introdotta ha solo efficacia per l’anno 2023. Chissà se sarà possibile una futura applicazione della stessa “a regime” anche alle persone fisiche non titolari di partita Iva.