Accesso alla professione
L’Avvocato opera nel nostro Ordinamento con la duplice veste di pubblico ufficiale (nell’esercizio delle attività nell’ambito del processo) e di libero professionista, assoggettato al Codice Deontologico e alla Legge Professionale n. 247/2012.
Per questo motivo, l’accesso alla professione è subordinato non solo al conseguimento di una solida preparazione giuridica ma anche all’acquisizione di competenze pratiche per una maggiore consapevolezza del funzionamento dell’ordinamento giudiziario.
L’aspirante avvocato, in possesso di una laurea in giurisprudenza e di altri requisiti soggettivi imposti dalla legge professionale, dovrà pertanto seguire un percorso di pratica forense (in senso “classico” o secondo i percorsi alternativi ammessi) quindi sostenere un esame di abilitazione con il superamento del quale potrà iscriversi all’Albo professionale.
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Le istituzioni forensi
Le istituzioni forensi regolamentano e governano la professione dell’avvocato.
A livello territoriale, i Consigli dell’Ordine gestiscono gli Albi degli Iscritti, vigilano sul rispetto delle norme deontologiche e organizzano la formazione continua.
A livello apicale, il Consiglio Nazionale Forense (CNF) emana regolamenti ed interpretazioni normative, giudica in appello i procedimenti disciplinari e collabora con il sistema giudiziario e legislativo garantendo così il corretto funzionamento del sistema giuridico nel suo complesso.
Si annoverano poi: Cassa Forense che gestisce la previdenza degli avvocati; i Consigli di Disciplina che sovrintendono al rispetto delle norme deontologiche; le Scuole Forensi e numerose associazioni e fondazioni che promuovono aggiornamento, ricerca e promuovono gli interessi della categoria.
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Le forme associative tra avvocati e le incompatibilità professionali
L’esercizio della professione in forma associativa consente di conseguire vantaggi in termini di competitività, ottimizzazione dei costi e miglioramento della qualità dei servizi.
Infatti, con la condivisione delle competenze, strutture più organizzate in grado di gestire anche mandati complessi e la condivisione dei costi di gestione dell’attività, gli avvocati riescono a mantenere elevati standard professionali e rispondere alle sempre più articolate esigenze della clientela.
Per garantire terzietà e indipendenza, principi fondamentali della professione, le forme associative sono normate dalla Legge Professionale e dal Codice Deontologico che disciplinano obblighi, incompatibilità e relative deroghe.
Gli Avvocati possono così scegliere tra numerose forme associative quali le società, le reti tra professionisti, le collaborazioni occasionali o gli studi associati.
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La parcella dell'avvocato
La parcella dell’avvocato è il compenso per l’attività svolta, determinato a tariffa oraria, forfettaria o a percentuale, nel rispetto del Codice Deontologico Forense e dei parametri ministeriali (D.M. 55/2014 e D.M. 147/2022). Il compenso deve essere chiaro e oggetto di accordo scritto tra avvocato e cliente. Il patrocinio a spese dello Stato garantisce l’accesso alla giustizia ai meno abbienti. Un software di gestione delle parcelle deve permettere il calcolo automatico, la fatturazione elettronica e la conformità normativa, migliorando l’efficienza amministrativa dello studio legale.
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Il sistema disciplinare
Il sistema disciplinare forense tutela l’integrità della professione legale e garantisce il rispetto di principi etici fondamentali. Regolato dalla Legge n. 247/2012 e dal Codice Deontologico Forense, prevede sanzioni proporzionate alla gravità delle violazioni, dall’avvertimento alla radiazione. Il Consiglio di Disciplina istruisce i procedimenti, mentre il Consiglio Nazionale Forense decide sugli appelli. L’avvocato può impugnare le sanzioni, garantendo trasparenza e tutela della professione.
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