Nel contesto economico attuale segnato da crisi cicliche, aumento del sovraindebitamento e crescente attenzione ai temi di impatto sociale, la finanza strutturata si trova di fronte a una sfida: contribuire attivamente al benessere collettivo.
Tra le risposte più promettenti emerge la cartolarizzazione a valenza sociale, uno strumento giuridico-finanziario che non solo offre opportunità per la gestione dei rischi e dei crediti, ma può anche diventare un motore di re-inclusione finanziaria, aiutando le persone sovraindebitate o in difficoltà economica a uscire dalla spirale di esclusione finanziaria.
Cos'è la Cartolarizzazione Sociale?
La cartolarizzazione è un processo attraverso il quale un insieme di crediti, come prestiti o debiti, viene trasformato in strumenti finanziari negoziabili sul mercato.
Questo strumento, ampiamente utilizzato per migliorare la liquidità e gestire i rischi, sta evolvendo per affrontare anche problematiche sociali, come il sovraindebitamento e l'accesso al credito da parte di chi non ha accesso ai circuiti bancari.
La cartolarizzazione sociale, in particolare, si concentra sull'inclusione finanziaria di soggetti vulnerabili e sovraindebitati. La sua applicazione può rivelarsi cruciale per coloro che, a causa della loro condizione economica o delle difficoltà incontrate nel passato, non sono in grado di accedere ai prestiti tradizionali. Attraverso questo meccanismo, infatti, le istituzioni finanziarie possono raccogliere prestiti destinati a famiglie, piccole imprese e individui in difficoltà, per poi trasformarli in titoli negoziabili che possono essere acquistati da investitori. Questo processo, se ben strutturato, non solo offrirebbe una soluzione ai debitori, ma consentirebbe anche agli investitori di generare ritorni, creando al contempo un impatto sociale positivo.
Fondamento normativo e contesto evolutivo
L’istituto è disciplinato dall’art. 7.1 della Legge n. 130/1999, come modificato dal D.L. 50/2017 e successivamente ampliato dalla Legge di Bilancio 2020. La normativa ha introdotto il concetto di “valenza sociale” all’interno delle operazioni di cartolarizzazione, permettendo che i crediti deteriorati possano essere acquisiti da una SPV, con la possibilità per la società veicolo di appoggio (REOCO) di acquistare l’immobile oggetto di garanzia e concederlo in locazione al debitore, su sua istanza.
Un elemento qualificante è la presenza obbligatoria di un’associazione di promozione sociale (APS) iscritta da almeno cinque anni al registro unico nazionale del Terzo Settore, che assista il debitore nella stipula del contratto di locazione.
Funzionamento e struttura dell’operazione
La sequenza operativa prevede:
- la manifestazione di volontà del debitore di accedere alla procedura;
- la cessione del credito deteriorato a una SPV ai sensi della Legge 130/1999;
- l’acquisizione dell’immobile da parte della REOCO e la stipula contestuale di un contratto di locazione con il debitore, con eventuale opzione di riacquisto (modello rent-to-buy);
- l’impiego dei canoni di locazione per la restituzione del credito e la remunerazione degli investitori.
Questa struttura consente di combinare tutela del debitore, continuità abitativa, e ritorni economici per gli investitori, riducendo il rischio reputazionale e migliorando la sostenibilità complessiva dell’operazione.
Il legislatore ha previsto un regime fiscale agevolato per queste operazioni: imposte ipotecaria, catastale e di registro in misura fissa, esenzione dall’IMU per l’immobile concesso in locazione come abitazione principale, e possibilità di esonero temporaneo per la documentazione edilizia in caso di cessione alla REOCO.
Benefici per Investitori e Istituzioni Finanziarie
Per le istituzioni finanziarie e gli investitori, la cartolarizzazione sociale rappresenta una nuova opportunità di diversificazione del portafoglio. Investire in titoli cartolarizzati che finanziano progetti di inclusione sociale offre sia una protezione contro il rischio tradizionale del mercato, sia il valore aggiunto di generare un impatto sociale positivo. La possibilità di ottenere ritorni economici da investimenti che promuovono l'inclusione sociale e il benessere collettivo rappresenta un forte incentivo per un numero crescente di investitori, che vedono nella cartolarizzazione sociale una forma di investimento a lungo termine, con una gestione attenta dei rischi finanziari.
Le cartolarizzazioni a valenza sociale rappresentano un modello virtuoso di intervento sul mercato degli NPL. Da un lato, favoriscono la stabilizzazione dei bilanci bancari; dall’altro, evitano che la realizzazione coattiva dell’immobile determini l’espulsione del debitore dal proprio contesto abitativo e sociale.
Inoltre, promuovono il coinvolgimento del terzo settore nel circuito finanziario, assegnando un ruolo attivo alle APS e creando uno spazio per la responsabilità sociale d’impresa. Si tratta, in definitiva, di uno strumento che riconosce la persona come soggetto da riabilitare, non solo come debitore da respingere.
Criticità applicative e prospettive evolutive
Non mancano tuttavia zone d’ombra, restano alcuni aspetti che la prassi dovrà definire:
- l’individuazione del soggetto competente alla qualificazione dell’operazione come “a valenza sociale”;
- la documentazione necessaria per attestare l’istanza del debitore;
- i criteri per l’assistenza dell’APS.
È auspicabile un intervento regolamentare o interpretativo che chiarisca tali aspetti, consentendo una diffusione più ampia e sicura di queste operazioni, anche attraverso linee guida condivise tra operatori, autorità fiscali e ordini professionali.
Conclusione
La cartolarizzazione sociale è un esempio di come il diritto e la finanza possano collaborare alla costruzione di un’economia più inclusiva. Non si tratta solo di un’innovazione tecnica, ma di un cambio di paradigma: dal debito come problema al debito come opportunità di riscatto, dal credito come rischio al credito come leva di sviluppo.
Con l’adeguato supporto normativo e operativo, questo strumento può diventare uno dei pilastri della finanza etica del futuro.